La coppola
L’uomo che si sedette accanto a me, sulla panchina del parco dell’ex ospedale psichiatrico, aveva una cinquantina d’anni. Aveva le mani tozze e screpolate, da contadino, le sue unghie erano nere.
Chiazze di barba nere e grigie gli sporcavano il viso, una coppola sulla testa gli schiacciava le orecchie enormi. Aveva occhi sorridenti, di quelli che ti prendono in giro.
Io volevo fare il regista di documentari e con una cinepresa super8 mi ero aggregato a un gruppo teatrale che faceva sperimentazione socio-terapeutica negli ex ospedali psichiatrici coinvolgendo i pazienti. Sono rimasto lì dentro 15 giorni e non ho girato neanche un millimetro di pellicola.
Avevo vent’anni e quello che non avrei fatto oggi l’avrei potuto fare domani. Non c’erano domande, non cercavo risposte. Bastava svegliarsi ogni mattina e le cose avvenivano.
– Allora? –insistette.
Pietro, così si chiamava l’uomo, voleva una delle mie sigarette. Gli porsi il pacchetto e lui ne tirò fuori cinque o sei, formò una specie di cilindro che teneva unito nel cerchio formato dall’indice e dal pollice, e le accese tutte insieme. E poi continuò a tirare e ad espirare fumo ad una velocità impressionante fino a che non ebbe solo cinque mozziconi.
Mi guardava e sorrideva.
– Me ne dai ancora?
Gli diedi tutto il pacchetto. Ero rimasto a bocca aperta come davanti a un gioco di prestigio e volevo vederlo di nuovo.
Ma lui prese il pacchetto e se lo mise in tasca.
Poi si tolse la coppola e me la cacciò in testa.
– Te la regalo. Dentro ci sono tutti questi pensieri che mi ballano nella testa e vanno sempre all’incontrario. Sai l’incontrario a volte è l’unica direzione giusta. Ora questa ti sembra una cazzata perché sei giovane e stupido, ma un giorno ti diranno che è un malessere che va curato. E ti infileranno in bocca milioni di pastiglie e, maledetti che sono, conoscono un sacco di inganni per fartele mandare giù. E, in più, ti dicono che è per il tuo bene, che tutti i pensieri sbagliati se ne voleranno via dalla tua testa e che ti sentirai meglio. Hanno provato anche con me, ma io avevo la coppola e i miei pensieri non sono scappati.
Poi si alzò e si allontanò canticchiando una canzoncina sconcia.