Sole di primavera, bel tempo si spera
È primavera.
Anche oggi il sole spennella questa parte di microcosmo dove stiamo passeggiando. E qui tutto sembra tranquillo, come ieri, come cinquant’anni fa.
Certo ogni tanto qualcuno parla di polveri sottili che oltrepassano il livello di guardia, ma poi tutto riprende come prima.
A spasso col cane, in bicicletta in riva al fiume, di corsa per prendere il bus, clacsonando per svegliare quello che manda messaggi invece di guardare il semaforo, ecc.
Sembra impossibile che l’ipotesi armageddoniana sulla fine del nostro pianeta ci lasci indifferenti.
Eppure, forse, una spiegazione c’è, sai?
È che noi rifiutiamo la morte, la nostra come quella del nostro pianeta.
Magari pensiamo che sia soltanto malato e con una buona diagnosi e una cura mirata si possa ristabilire.
Il problema è che, in questo caso, la medicina siamo noi.
E, cosa ancora più problematica, dovremmo dimostrare di essere davvero animali sociali.
Quindi collaborare gli uni con gli altri, immaginando nostro ogni singolo centimetro quadrato del pianeta. Trattarlo come se fosse la nostra casa.
Influenzarci gli uni con gli altri compiendo gesti virtuosi:
usare meno l’automobile,
comprare meno plastica e soprattutto non buttarla a casaccio (ancor peggio in mare),
scaldarsi un po’ meno d’inverno e usare il ventaglio invece del condizionatore d’estate (o comunque utilizzarlo con moderazione)
E informarsi, capire, approfondire.
Ne saremo capaci?
Beh, Juni, sai che c’è?
Oggi è primavera la vita ricomincia a spingere e non c’è spazio per il pessimismo.