Il sito web non te lo faccio, a meno che
“Me lo fai il sito web?”
“Perché vuoi farlo?”
“Perché ce l’hanno tutti”
“No, non te lo faccio”
“Perché?”
“Per il motivo che mi dà fastidio fare sprecare i soldi.”
Questo in breve il dialogo che ho avuto con un conoscente, proprietario di un negozio.
Non che guadagnare soldi mi faccia schifo, specialmente di questi tempi, ma ho una specie di intolleranza allo spreco e non mi piace illudere chi si rivolge a me per una consulenza.
La questione sarebbe dovuta essere posta in altri termini.
“Vorrei fare il sito web avresti voglia di curarmelo?”
Eh sì! Perché un sito web a mo’ di biglietto da visita non serve proprio a nulla. Anche il più bello e rutilante dal punto di vista grafico.
Perché?
Per il semplice fatto che per scalare le pagine di Google, stiamo parlando a livello organico, serve un lavoro costante, meticoloso e professionale.
Mi occupo di comunicazione da parecchi anni e, nel corso del tempo, il modo di rivolgersi al pubblico si è parecchio modificato.
È vero che lo scopo ultimo è quello di vendere un prodotto, fare in modo che il business del Cliente che si affida al comunicatore sia proficuo, ma Internet ha aggiunto qualcosa di molto importante: da una parte il rapporto con il brand e dall’altra il dialogo fra gli utenti.
Fino a qualche anno fa il pubblico se ne stava seduto sul divano davanti alla tv e si sorbiva i messaggi pubblicitari passivamente. La distanza fra utente e prodotto era notevole e la comunicazione era univoca.
Oggi non è più così ed è questo che deve essere ben compreso quando si decide di esporsi sul web.
Il brand deve essere pronto a dare risposte, a creare un rapporto con il proprio pubblico.
Avere un sito che non si muove è come avere un negozio con una vetrina, magari molto bella, ma con la saracinesca chiusa.