Una piccola E si godeva l’ombra di un grosso albero che stava sul cocuzzolo di una collina.
Ai suoi piedi c’era un campo sterminato di girasoli, alti alti e gialli gialli.
La piccola E era incantata da quei fiori che se ne stavano tutto il giorno a guardare il sole, senza doversi mettere gli occhiali scuri.
Ma quello che più invidiava ai girasoli era che se ne stavano tutti insieme, erano tutti amici e non sentivano mai la solitudine.
Si alzò e decise che avrebbe trovato degli amici.
Cominciò a camminare lungo un sentiero.
Fece appena due passi e scoppiò un temporale che non si sapeva da dove fosse venuto. Vide un grosso albero e si mise a correre per ripararsi sotto le foglie. Appoggiata al tronco della grossa quercia c’era una R.
– Tempaccio, eh? – disse la E.
– Davvero! – rispose la R.
La E si sedette accanto a lei e si addormentò.
Quando si svegliò c’era un sacco di gente intorno all’albero che stava in ginocchio e a capo chino.
– Sai che succede? – disse la E alla R che si svegliò di soprassalto.
– Questo è un albero molto bello e tutti si inchinano per rispetto.
Ma mentre pronunciava questa frase sentì una voce dal pubblico che urlò
– Il RE si è svegliato! Il RE si è svegliato!
Tutti applaudirono e si aggiunsero altre voci alla precedente.
– Evviva, ora qualcuno ci dirà cosa fare.
– Finalmente avremo un capo!
La E e la R si guardarono alle spalle ma non videro nessuno.
Si guardarono e capirono che insieme erano diventate un RE.
Un po’ erano contente e un po’ spaventate, erano solo due piccole lettere che si erano addormentate sotto un albero, niente di più. Ma la gente si avvicinava e le guardava con attenzione.
– Portiamo in trionfo il nostro re!
– Evviva.
Proprio in quel momento cadde da un ramo una O che era salita a prendere il fresco quando c’era il sole e anche lei si era addormentata. Cadde proprio accanto alla R.
– Salve amici, che succede?
– Dicono che siamo il RE, ma non sappiamo di cosa. – risposero in coro la E e la R.
Dalla folla si sollevò un brusio di delusione. Poi i più agitati cominciarono a urlare.
– Non è un RE ma sono solo delle ORE!
– Abbiamo perso tempo!
– Bugiardi!
– Impostori!
– Ci vogliono rubare il tempo. Cacciamoli!
E cominciarono ad avvicinarsi minacciosi.
Le tre lettere senza neanche pensarci un secondo partirono di gran carriera e si allontanarono da quegli stupidi che guardavano solo all’apparenza.
Quando furono lontani e al sicuro si fermarono lungo un sentiero.
Seduta su una grossa pietra c’era una bella M che fischiettava.
– Ciao, dove andate? – disse-
– Andiamo a cercare amici per il mondo – disse la E.
– A che bella cosa! Posso venire con voi?
– Certo è bello avere un amico in più.
Ricominciarono a camminare quando incrociarono una bella ragazza che già da lontano le guardava.
– Che fortuna, avervi incontrato. – disse tutta contenta la ragazza – Non sapevo proprio cosa mettere sul pane al mattino ma adesso che vi ho incontrate ho risolto il problema.
– Siamo contente. – disse la O che era sempre un po’ stupita.
– Ma come possiamo risolvere il tuo problema? – aggiunse la E che si era fatta sospettosa dopo gli ultimi avvenimenti.
– È semplice, vi metterò dentro una bella pentola e vi farò bollire ben benino, poi vi schiaccerò con un pestello e vi metterò dentro un barattolo con tanto di etichetta. Sulla quale scriverò MORE.
Le lettere si guardarono e sbuffarono.
– Ci risiamo. – sospirò la R.
Questa volta però non fecero in tempo a scappare perché la ragazza molto lesta le aveva già infilate nel suo bel cesto di vimini.
– Questa volta siamo in trappola! – disse la M.
– Io non voglio essere bollita – sospirò la O.
– E io non voglio essere chiusa in un barattolo. – aggiunse la E.
– Perché a qualcuno piace essere spalmata e poi mangiata a colazione? – gridò la R.
– Noooooo! – fecero le altre tre in coro, rabbrividendo.
La ragazza non si curava di loro. In quel momento stava venendo verso di lei un ragazzo che aveva una bella A appiccicata sulla sua maglietta.
Quando fu a pochi metri dalla ragazza, il ragazzo inciampò e le cadde addosso.
Si trovarono tutte e due a terra. Il cesto si era capovolto e le quattro lettere erano sparse accanto al ragazzo. I due erano svenuti un po’ per la botta un po’ per lo spavento.
– Adesso cosa succederà? – disse la M.
– Approfittiamo per scappare. – propose la O.
– State tranquilli – disse una voce nuova, era la A della maglietta a parlare – se stiamo insieme non ci potrà capitare nulla. Presto venite qui sulla maglietta. Ho un piano.
Senza pensarci le quattro amiche si affiancarono alla A.
Un attimo dopo i due ragazzi si svegliarono. Si guardarono. E diventarono anche un po’ rossi. Poi la ragazza cominciò a ridere.
– Perché ridi?
– Sono felice!
– Ma hai perso le tue belle MORE.
– È vero, ho perso le MORE ma in compenso ho trovato l’AMORE!
Le lettere applaudirono. Salutarono i due ragazzi e si incamminarono alla ricerca di nuovi amici, per inventare ogni giorno una storia nuova.